
I nuovi doveri dell’imprenditore previsti dal Codice della Crisi di Impresa e dell’Insolvenza: il nuovo articolo 2086 del Codice Civile
Il nuovo Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza ha apportato alcune modifiche al Codice Civile, tra cui l’introduzione del secondo comma dell’art. 2086 che delinea la figura dell’imprenditore quale guida solerte dell’impresa che ha il dovere di istituire un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato alla natura e alle dimensioni dell’impresa, anche in funzione della rilevazione tempestiva della crisi dell’impresa e della perdita della continuità aziendale. L’imprenditore, inoltre, è tenuto ad attivarsi senza indugio per l’adozione e l’attuazione di uno degli strumenti previsti dall’ordinamento per il superamento della crisi e il recupero della continuità aziendale.
Il Codice della Crisi di Impresa e dell’Insolvenza: a che imprenditori si rivolge e che finalità persegue
Il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza offre degli strumenti idonei alla prevenzione dello stato di crisi dell’impresa. L’obiettivo della riforma è quello di promuovere un’azione preventiva che consenta la segnalazione anticipata della crisi e l’individuazione tempestiva delle misure idonee al ripristino della continuità aziendale. La nuova riforma si applica proprio a tutti: imprenditori individuali e collettivi, imprese agricole, imprese minori, imprese soggette a liquidazione amministrativa, start up e PMI innovative.
Il Nuovo Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza si applica anche alle start up e alle PMI innovative: peculiarità della disciplina
Anche le start up e le PMI innovative sono state coinvolte nella profonda riforma del Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, senza tuttavia dimenticare le peculiarità di questa categoria di imprese per le quali sono stati elaborati appositi indicatori per il rilevamento tempestivo della crisi, che considerano quale segnale rilevante l’incapacità della società di ottenere risorse finanziarie che consentano di proseguire nello studio e nello sviluppo dell’iniziativa imprenditoriale per oltre dodici mesi.
Il ruolo del revisore legale dopo la riforma
Il nuovo Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza ha modificato l’art. 2477 del Codice Civile, ampliando le ipotesi in cui, anche nelle società a responsabilità limitata, è obbligatoria la nomina del revisore legale e dell’organo di controllo su cui ricade l’obbligo di segnalare tempestivamente l’esistenza di fondati indizi della crisi e il compito del controllo contabile. Il revisore, quale organo di controllo societario, è quindi tenuto a preservare la continuità aziendaleattraverso il monitoraggio costante degli indicatori economico-finanziari e gestionali. Si tratta di un ruolo notevolmente più complesso rispetto a quello finora svolto dall’organo di controllo: il revisore deve orientare la propria analisi in un’ottica prospettica; ciò comporta più profonde responsabilità professionali da cui potrà esimersi solo se rileverà tempestivamente il potenziale stato di crisi.
L’Ocri: cos’è e che funzioni svolge
Il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza istituisce gli Organismi di composizione assistita della crisi (Ocri), costituiti presso ciascuna CCIA. L’Ocri è composto da tre esperti in materia di risanamento e ad esso è affidato il compito di:
- ricevere le segnalazioni sui fondati indizi di crisi dell’impresa, sia da parte dell’organo di controllo societario che da parte dei creditori pubblici qualificati (Agenzia delle Entrate, INPS ecc.);
- gestire la fase di allerta per tutte le imprese; e
- gestire il procedimento di composizione assistita della crisi come mediatore nello svolgimento delle trattative tra gli imprenditori e i creditori.
Le misure premiali e le cause di non punibilità previste dal nuovo Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza
Il nuovo Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza prevede una serie di misure premiali in favore dell’imprenditore che si è prontamente attivato per favorire l’emersione dello stato di crisi per consentire all’azienda di evitare l’insolvenza, in particolare la riduzione degli interessi sui debiti tributari, la riduzione delle sanzioni tributarie e la non punibilità per alcune fattispecie di reati di bancarotta fraudolenta, bancarotta semplice, ricorso abusivo al credito e la riduzione della pena fino alla metà.