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L’importanza del piano B… e oggi anche del piano C

Posted by: hadmin 18 Giugno 2020 Nessun commento

“La crisi ci ha mostrato una cosa sopra tutte. Nessuno di questi sistemi (economico, finanziario e politico) può più permettersi di sprecare, perché questa nuova epoca è molto più selettiva ed è molto più severa. È un’epoca che non tollera l’inerzia e punisce chi non si adatta. Non è più possibile sprecare tempo, negando i problemi o rimandando le soluzioni. Non è più possibile sprecare energie e risorse, cullandosi nella propria inefficienza. Non è più possibile sprecare capacità e impegno verso un obiettivo che non sia l’interesse generale”

Sergio Marchionne, Discorso di fine anno ai dirigenti Fiat, Torino Lingotto, 2010

Nei precedenti articoli abbiamo parlato del contesto competitivo volatile, incerto, complesso e ambiguo (V.U.C.A world) e della necessità per le imprese di fondare la propria strategia sul “vantaggio competitivo transitorio” (MacGrath).

 

La pandemia da Covid-19 ha aumentato in modo esponenziale il livello di incertezza e le previsioni del PIL 2020 peggiorano ulteriormente una situazione italiana dove da molti anni la produttività è ferma.

 

Secondo l’analisi condotta da Cerved nel mese di marzo su un campione di 700.000 imprese italiane, simulando uno scenario “cauto” di pandemia secondo il quale l’emergenza sanitaria durerebbe fino a giugno:

  • potrebbero entrare in crisi di liquidità 124 mila imprese (il 17,2 per cento del campione), raggiungendo un picco a luglio.
  • sarebbe necessaria una liquidità minima di circa 30 miliardi di euro tra marzo e agosto per evitare le crisi

In aggiunta, l’analisi condotta da Cerved Rating Agency applicando gli scenari della ricerca su un panel di 25.000 rating emessi di recente, ha rilevato come, a fronte di un calo dei volumi di produzione e di contrazione della domanda, si preveda un peggioramento generalizzato del capitale circolante netto e un aumento dei debiti finanziari a breve, con un conseguente peggioramento dei rating.

 

In un simile contesto è prevedibile che anche i bilanci delle banche possano andare sotto stress.

 

Per affrontare tale situazione le nostre PMI devono valorizzare al massimo le proprie caratteristiche di flessibilità, velocità e disponibilità rispetto alle richieste dinamiche del contesto e del mercato.

 

Tale valorizzazione deve essere supportata da un apporto di competenze in grado di fornire all’imprenditore strumenti in grado di consentirgli di lavorare simulando scenari alternativi, identificando con anticipo gli eventi scatenanti (trigger) e valutando ex-ante l’impatto delle decisioni assunte.

 

Ciò significa avere strumenti adatti alla dimensione e al settore dell’impresa, in grado di:

  • analizzare il proprio modello di business e valutarne i cambiamenti da apportare nei vari scenari
  • tradurre le scelte strategiche in una pianificazione economica e soprattutto finanziaria che rilevi gli impatti a seconda degli scenari.

 

Solo l’investimento in tale “assetto organizzativo adeguato” può permettere all’imprenditore di gestire la propria impresa adattandosi con velocità e flessibilità alle situazioni crisi e, allo stesso tempo, di rendersi “attrattivo” per il mondo finanziario, in primis per le banche.

 

Il Team multidisciplinare di HiveValue supporta le micro, piccole e medie imprese nella creazione e gestione del modello “tailor made” in grado di consentire all’imprenditore di avere sempre a portata di mano il piano B, ma anche il C e il D.